Palazzo Govone Caratti
Il palazzo nella sua attuale forma si presenta come un insieme abbastanza unitario. In realtà il suo attuale aspetto proviene da una innumerevole serie di interventi avvenuti a partire già da anni immediatamente successivi alla costruzione del primo fabbricato e proseguiti in vari tempi sino ad oggi.
Sommariamente si può individuare un ordine cronologico di costruzione:
1.Il lotto che si affaccia su piazza Rossetti è il più antico (secolo XIII), ha caratteri unitari ed ha subìto a sua volta dei rimaneggiamenti.
2.Di poco successivo a quello precedente, il lotto (XIV secolo) iniziale su via Vida, ha subito anch'esso numerosi rimaneggiamenti.
3.Il porticato interno, ora trasformato, prospiciente il cortile, parallelo a via Vida, è il risultato di due interventi distinti nel tempo: il piano terreno (XV secolo circa) e il primo piano, coevo all'androne che viene di seguito.
4.L'androne, con due piccoli locali ai lati, collegato al vano scale rappresenta il tentativo di razionalizzazione fatto nel Sei o Settecento.
5.Il rustico, ora edificio residenziale, sempre all'interno, contemporaneo o di poco successivo alla razzionalizzazione sei o settecentesca.
6.La manica all'angolo tra la via Vida e via Govone, ha aspetto ottocentesco anche se non è impossibile che sorga su un preesistente immobile.
Sono interessanti i lotti 1,2 e parte del n. 3. Gli edifici 1 e 2, entrambi in laterizio faccia a vista, unificati dalle riplasmazioni, avevano in origine aspetti radicalmente differenti.
Il primo aveva al piano terreno un grande arco centrale, ingresso ad un portico, e due portine laterali. Due panche con sedili in pietra restringevano l'ingresso al portico. Questo arco fu tamponato poco tempo dopo la sua costruzione, come testimoniano i materiali e lo stile simili, e sostituito da due piccole finestre.
Una fascia marcapiano di archetti pensili divideva il piano terreno dal primo. Essi, ancora ben conservati, sono costituiti da mattoni tagliati in loco nella foggia necessaria.
Al di sopra di questa fascia decorativa c'erano quattro grandi aperture molto vicine l'una all'altra, tanto da far pensare a un loggiato.
Tutte queste aperture descritte hanno archi a tutto sesto, così pure gli archetti pensili. Lo stile è marcatamente romanico in ogni particolare. In Alba e in Piemonte queste caratteristiche fanno risalire l'edificio al XIII secolo o poco dopo. Non ci sono indizi di torre e la costruzione non ha assolutamente caratteristiche di difesa come le case-torri; rispetto a queste ultime dovrebbe essere leggermente posteriore.
Il corpo dell'edificio indicato al n. 2 è accostato al primo, distinto da esso da una stretta fascia di mattoni che tampona probabilmente la ritana che a suo tempo li divideva.
A piano terreno c'era un portico con due archi ogivali, in seguito tamponati e sostituiti da una finestra con arco anch'esso ogivale, in un rimaneggiamento non troppo posteriore.
Subito sopra gli archi del portico, in posizione centrale, si vede una monofora ad arco acuto, chiusa. Essa appartiene probabilmente a un'epoca leggermente posteriore al portico, come tutta la parte ad essa superiore, perché da questo punto in su non è più visibile la soluzione di continuità della ritana.
Una fascia di archetti pensili riprende il motivo della facciata di fianco. E' alla stessa altezza e mostra l'intenzione di imitare quella esistente.
Come affermava il D'Andrade sono presenti in questa parte di costruzione elementi ad arco acuto (finestre, portici) ed elementi ad arco a tutto sesto (archetti pensili).
Gli elementi essenziali (portici e finestre) appartengono probabilmente al XIV secolo, mentre la fascia di archetti, che stilisticamente è più antica, servì a dare un'unica veste a due edifici differenti.
Il fabbricato così venutosi a formare era certamente di un'unica proprietà. Nel Seicento e Settecento esso fu di proprietà della famiglia Caratti, passò nell'Ottocento per via di Madama Teresa Caratti, alla famiglia Govone e da questa donata, con l'ultima discendente, alla Cattedrale che lo ha recentemente alienato. La sua funzione fu sempre quella di residenza nobiliare.
E' prevista una completa ristrutturazione dell'intero immobile.
Bibliografia
Per chi desiderasse approfondire lo studio architettonico delle torri, case-torri,residenze medievali si consiglia la consultazione di:
A. Cavallari Murat (a cura di), Tessuti urbani in Alba, Alba 1975;
G. Cravero - M. Piacentino, Alba Medioevale, Tesi di Laurea, facoltà di Architettura, Politecnico di Torino a.a. 1979-80.
Egle Micheletto (a cura di) Una città nel Medioevo, Famija Albeisa, 1999.
Tutti i volumi sono consultabili presso il Centro Studi "Beppe Fenoglio".
Sui singoli edifici sono stati effettuati studi e tesi di Laurea consultabili sulla rivista Alba Pompeia e presso la Biblioteca Civica.