Palazzo Mermet
Tipica residenza nobiliare dalla quale si leva una torre medievale, ridotta e rimaneggiata, e una torre altana, il palazzo Mermet, ora Prandi, deve il suo aspetto attuale a continue e reiterate riplasmazioni avvenute in epoca ottocentesca, dovute al cambio di destinazione d'uso, sulla dimora eretta nel Settecento. La grande architettura di rappresentanza, che originariamente possedeva giardini e dipendenze agricole, durante l'Ottocento si trasforma infatti in casa da reddito, con l'introduzione di botteghe al piano terreno. Nell'Ottocento l'ingegner Molineris ne ridisegna la facciata principale che si affaccia sulla via Maestra, secondo un gusto dell'omogeneità e regolarità dei fronti urbani ormai diffuso anche ad Alba, ma originariamente praticato sui grandi viali torinesi a partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento. La signorile e imponente facciata possiede i caratteri tipici dell'architettura albese di metà Ottocento: il piano terreno e gli angoli sono segnati da un finto bugnato grigio; i due piani fuori terra, intonacati con un vivace color mattone, sono bucati da una serie di aperture ordinate e simmetriche. Al primo piano, tre balconi dall'originale motivo a griglia che sostituisce la classica balaustra, sono posti in corrispondenza dell'ingresso, disassato, e sulle due aperture poste alle estremità. Le finestre del piano nobile si presentano tutte inserite in un'elegante cornice, e sono coronate da una cimasa ricurva; al piano superiore invece, le aperture sono rettangolari, di ridotte dimensioni, incorniciate da un motivo a linea spezzata. Il cornicione è sorretto da ravvicinate mensole a modiglione.
Costanzo Molineris, ingegnere e tecnico municipale ad Alba dal 1874 al 1880, è una delle figure più significative degli ultimi decenni dell'Ottocento. I suoi edifici sono contraddistinti da una ricerca formale molto varia ma sempre coerente.
Bibliografia
CAVALLARI MURAT, Augusto: Tessuti urbani in Alba, Città di Alba, 1975.
VIGLINO DAVICO, Micaela (a cura di Gianfranco Maggi): Alba 1848 - 1898, con contributi di Elena Dellapiana, Laura Guardamagna, Vittorio Rapetti e Giancarlo Subbrero, ed.Piazza, Torino 1994.