Torre Demagistis
La torre è ben visibile ed emergente, per la poca elevazione degli edifici accanto, con un'altezza di circa 17 m.; la pianta è quadrata di non grandi dimensioni; certamente abbassata in passato, ma non raggiungeva una altezza pari alle altre torri superstiti, per le non grandi dimensioni di pianta e lo spessore dei muri. Uno strato di intonaco, ora rimossi, la ricopriva fino ai due terzi della sua altezza, mentre la parte restante pare sia sempre rimasta libera.
Il portoncino sulla via Coppa ha una lunetta di forma trapezia, simile al portone di casa Riva sulla via Macrino, sostituisce probabilmente una porta precedente.
Sempre sulla facciata verso la via Coppa vi sono una finestra alta, rettangolare, a mezza altezza e due finestrelle quadrate, una sopra e una sotto la precedente: tutti inserimenti posteriori. Subito sotto la copertura a quatto falde di apre una monofora che non ha segni di inserimento successivo, con la sua forma ad arco a tutto sesto e strombature a gradini appare del tutto originale; il criterio ispiratore di questa soluzione fu probabilmente il bisogno di una migliore visibilità sulla contrada pubblica.
Gli spigoli alla base sono rinforzati come in quasi tutti i casi ancora visibili, da pietre angolari squadrate. Questo rinforzo supera di poco il metro di altezza dal piano strada.
Sulla tela del Palazzo Comunale è ben visibile una torre in questa posizione, molto alta, senza aperture sul prospetto in vista; il Theatrum Sabaudiae non ne rileva la presenza.
La torre era di proprietà, ad inizio ottocento, del Cavaliere Demagistris.
Bibliografia
Per chi desiderasse approfondire lo studio architettonico delle torri, case-torri,residenze medievali si consiglia la consultazione di:
A. Cavallari Murat (a cura di), Tessuti urbani in Alba, Alba 1975;
G. Cravero - M. Piacentino, Alba Medioevale, Tesi di Laurea, facoltà di Architettura, Politecnico di Torino a.a. 1979-80.
Egle Micheletto (a cura di) Una città nel Medioevo, Famija Albeisa, 1999.
Tutti i volumi sono consultabili presso il Centro Studi "Beppe Fenoglio".
Sui singoli edifici sono stati effettuati studi e tesi di Laurea consultabili sulla rivista Alba Pompeia e presso la Biblioteca Civica.