Duomo di Alba - il restauro
Gli interventi di restauro del Duomo di Alba, si inseriscono nel programma di modernizzazione e allineamento ai principi di ordine e simmetria, importati dalla capitale, che già erano stati applicati nella costruzione e nel riadattamento di molte insigni architetture nel centro urbano. Questo processo coinvolge tutto il tessuto storico della città, ma in modo particolare la piazza di affaccio della cattedrale di impianto medievale, attraverso l'opera di ricostruzione delle sue cappelle laterali, che trasformano il precedente impianto irregolare in una costruzione del tutto simmetrica. In quest'ottica rientra anche la demolizione della torre campanaria, originariamente collocata di fronte alla facciata.
Prima di intraprendere i lavori sulla principale chiesa cittadina, in rilevante stato di degrado, tanto da non essere più ritenuta degna di essere sede vescovile, Giorgio Busca, l'architetto-sindaco di Alba, stende nel 1862 una dettagliata relazione, nella quale sottolinea il fatto che le stratificazioni succedutesi nel tempo, non si armonizzano con lo stile primitivo della cattedrale. Malgrado i suoi orientamenti estremamente classicisti, e dando prova di notevole apertura, Busca propone un primo orientamento da dare ai lavori da eseguire per ridare nuovo lustro al tempio, affermando che, in primis, si debba cercare di procedere a tutte quelle riforme che possano mettere ogni sua parte in accordo tra di loro e di stile uniforme, come l'eleganza di forme e la sveltezza del primitivo edifizio lo richiama imperiosamente.
A condurre i lavori di restauro viene chiamato il conte vercellese Edoardo Arborio Mella, (1808-84) studioso, restauratore e architetto. Tra le attività principali del Mella c'è l'insegnamento del disegno, presso la Gratuita Scuola per il Disegno di Vercelli. Dopo il 1850, Mella intensifica gli studi e compie molti viaggi in Europa; apprende il tedesco perché interessato al gotico della Germania. Nel 1857 pubblica la prima parte degli Elementi di architettura gotica da documenti antichi trovati in Germania, una sorta di manuale in cui cerca di stabilire i caratteri certi dello stile gotico. Il testo, un successo in Italia, viene completato con un secondo volume nel 1863 (inizialmente i volumi dovevano essere tre).
L'attività di Mella è solo teorica fino al 1863, poi inizia una serie lunghissima di restauri a partire dal Sant'Evasio di Casale Monferrato.
La cattedrale, di Alba, prima dell'intervento del Mella, presenta un aspetto disomogeneo, frastagliato, dovuto agli interventi succedutisi nel tempo; inoltre, i restauri settecenteschi avevano profondamente mutato l'immagine gotica dell'edificio, giacché le volte erano state ribassate, per poterle incatenare. Erano inoltre necessari urgenti lavori di consolidamento.
Edoardo Arborio Mella decide di goticizzare l'intero complesso. Trasforma l'abside da semicircolare a poligonale, sistemando dei massicci speroni in corrispondenza degli angoli; ripristina le volte a crociera della navata principale e trasforma radicalmente, ricostruendole su una base ottagonale, le cappelle laterali e le loro pertinenze, ritenendole del tutto inadatte allo stile della fabbrica, che in questo modo acquista l'aspetto regolare e simmetrico che vediamo oggi.
In questo modo il Mella cerca anche di ottenere una simmetria ai lati della facciata, anch'essa riplasmata. Le due cappelle barocche del SS. Sacramento e di San Teobaldo, erette ai lati del presbiterio su un impianto rettangolare, fanno così da sfondo ai corpi delle nuove cappelle. Il progetto di restauro del Mella ha come fine la ricerca di un ordine che l'ingrandimento per addizione, verificatosi durante il Medioevo non possedeva.
Edoardo Arborio Mella (1808-84) è uno studioso, un restauratore e un architetto. In gioventù la sua formazione viene affidata ai gesuiti di Torino. Tristi vicende familiari lo spingono all'isolamento in un convento, che abbandonerà qualche tempo dopo per dedicarsi all'insegnamento del disegno, aprendo con il padre Carlo Emanuele, anch'egli architetto, la Gratuita Scuola per il Disegno di Vercelli.
Nel 1857 pubblica la prima parte degli Elementi di architettura gotica da documenti antichi trovati in Germania, una sorta di manuale in cui cerca di stabilire i caratteri certi dello stile gotico. Il testo, viene completato con un secondo volume nel 1863. L'attività di Mella è solo teorica fino al 1863, poi continua con una serie lunghissima di restauri, a partire da quello del Duomo di Casale Monferrato.
Bibliografia
CAVALLARI MURAT, Augusto: Tessuti urbani in Alba, Città di Alba, 1975.
VIGLINO DAVICO, Micaela, PARUSSO Giorgio: Giorgio Busca architetto e la città di Alba nell' Ottocento, Cassa di risparmio di Cuneo, Famija Albeisa, 1989.
VIGLINO DAVICO, Micaela (a cura di Gianfranco Maggi): Alba 1848 - 1898, con contributi di Elena Dellapiana, Laura Guardamagna, Vittorio Rapetti e Giancarlo Subbrero, ed.Piazza, Torino 1994.
DELLAPIANA, Elena: L'idea di Gotico come misura dei "restauri", in: a cura di VIGLINO DAVICO Micaela e TOSCO Carlo: Architettura e insediamento nel tardo medioevo in Piemonte, ed.Celid, Torino 2003.