Chiesa di San Cassiano
La chiesa di San Cassiano viene progettata nel 1971 grazie all'impegno del parroco, don Giovanni Battista Gianolio, dall'architetto Ugo Dellapiana, cinque anni dopo il decreto dell'Ordinario Diocesano di Alba che prevede la costruzione della parrocchia dei Santissimi Cassiano e Frontiniano Martiri e San Giuseppe Operaio ad Alba. I lavori cominciano nel mese di Ottobre 1971, e vengono ultimati nel mese di Agosto del 1973. Il progetto si caratterizza per un continuo ricorso ad un linguaggio metaforico, ricco di riferimenti alla simbologia biblica.
L'esterno della chiesa, dalle bianche forme avvolgenti, è caratterizzato dalla mancanza di una vera e propria facciata. Anche gli ingressi, due principali ed uno secondario, sono posizionati secondo un disegno atipico: essi risultano nascosti, e il fedele è obbligato a cercarli, così come, nella vita terrena, è chiamato alla continua ricerca di Dio. All'interno dell'edificio, spiccano tre importanti elementi: il fonte battesimale, l'ambone e il tabernacolo, disposti in modo da formare un triangolo, sola figura geometrica regolare presente in tutta la chiesa, allusiva della Trinità. Questi elementi focali rappresentano altrettanti momenti o luoghi importanti per il percorso di fede del credente. La fonte battesimale, rappresenta il principio della vita cristiana dell'uomo, ed è posta in posizione privilegiata, in una nicchia semicircolare al fondo della chiesa, nel punto corrispondente all'altezza massima del tetto. E'un semplice cilindro bianco illuminato dalla luce che attraversa una vetrata. L'ambone, che è il punto dal quale la parola di Dio viene diffusa, occupa il posto alla sinistra dell'altare. L'altare, luogo in cui avviene la consacrazione del pane e del vino, è la mensa alla quale i fedeli sono chiamati a partecipare: in chiesa infatti, non ci sono banchi ma soltanto sedie, che ricordano come, durante l'ultima cena, gli apostoli sedessero alla stessa tavola con il Cristo. La copertura ricorda una grande tenda che scende verso l'altare. La metafora della tenda attraversa tutta la storia dell'architettura; in questo caso può essere riferita all'episodio narrato nell'Esodo che racconta di come Dio ordinò a Mosé di edificare il Tabernacolo degli ebrei. Le forme avvolgenti dell'edificio, sia internamente che esternamente, rappresentano l'abbraccio simbolico che la chiesa rivolge ai fedeli.
Si tratta di un'opera che riflette delle critiche che la cultura architettonica portava in quegli agli stilemi del Movimento Moderno, propendendo piuttosto per forme organiche, più vicine alla natura, espresse con una straordinaria cura costruttiva e per la qualità del manufatto.
I lavori sono stati eseguiti dall'impresa di costruzioni Barberis.
Ugo Enrico Dellapiana (Alba, 1932), allievo di Carlo Mollino, è figlio dell'architetto Oreste, dal quale ha ereditato l'interesse per l'arte sacra, sfociato nella costruzione di importanti luoghi di culto nel territorio albese, come la Chiesa di San Cassiano e la nuova chiesa nel quartiere Mussotto, in via di realizzazione. Professionista attivo in molti settori, ha vinto numerosi concorsi ed è autore di progetti sia pubblici che privati, pubblicati su importanti riviste del settore.
Bibliografia
CAMINITI Guido, VIOGLIO Fernando, Lo sviluppo urbano, in: (a cura di PARUSSO Giulio) Palazzo e città - Alba 1945-1975, ed. Araba Fenice, Boves 2005, pag. 245-325.