Torre di Niella Belbo
Anche la torre di Niella Belbo faceva parte, secondo il Lovera, sia pure in posizione del tutto secondaria, della rete di torri di avvistamento che il marchesato di Ceva aveva organizzato nel medioevo per la propria sicurezza contro eventuali pericoli, da qualunque parte venissero. Ma questa non era la funzione primaria dell'edificio.
La torre, che oggi sorge nel bel mezzo dell'abitato, presentando i suoi spigoli alle vie del paese, faceva infatti parte, in origine, di un castello costruito nel 1219 sul posto da Antonio Gratapaglia, investito del feudo di Niella dai Del Carretto.
Il luogo era già, all'epoca, abbastanza antico. Si trova ricordato, infatti, per la prima volta quasi due secoli prima, in un atto del marchese Adalberto concernente la fondazione dell'abbazia di Castiglione. Faceva parte allora (con i vicini luoghi di Feisoglio, San Benedetto Belbo, Serravalle, Monesiglio, Albaretto) del marchesato di Bossolasco, cui ancora per molto tempo sarebbe appartenuto.
La fortificazione, integrata nello scacchiere difensivo dei Del Carretto, arrivò quasi indenne fino al XV secolo: ma nel 1431, ebbe a subire ingenti danni ad opera delle truppe viscontee e dovette essere convenientemente restaurata.
Probabilmente si sarebbe salvata in questa versione, se non fosse stata adibita, cessata la sua utilità come punto difensivo vero e proprio, al compito militare sussidiario di caserma. Coinvolta, in questa veste, nelle guerre dell'età barocca, finì completamente distrutta. Ciò che ne resta è la torre: un solido parallelepipedo di pietra, a pianta quadrata, con una leggera scarpatura alla base: ancora imponente, nonostante la trasformazione e parziale distruzione della sua parte alta. Buono attualmente, almeno per quanto riguarda l'esterno, il suo stato di conservazione.
Bibliografia
F. Conti, Castelli del Piemonte, vol. III, Görlich, 1980.
A. Piovano, L. Fogliato, G. Cigna, I Castelli itinerari di poesia, storia, arte nel cuneese di ieri e di oggi, Cavallermaggiore, 1976.