Castello di Pezzolo Valle Uzzone, frazione Gorrino
Gorrino, un tempo Comune, oggi frazione di Pezzolo Valle Uzzone, ha un castello, o quello che oggi passa per tale, che offre ancora, già da lontano, un buon colpo d'occhio; quando dalla visione lontana si passa a quella vicina o addirittura all'interno, possiede anche qualche notevole elemento di interesse. Tuttavia si tratta, oggi, come tanto spesso succede in Piemonte, di una costruzione in cui all'originario edificio fortificato si è col tempo sovrapposta una veste residenziale che ora finisce col dare il tono a tutto il complesso.
Della presenza sul luogo di un edificio fortificato, o quantomeno di un qualche apprestamento difensivo, si hanno nei documenti notizie abbastanza antiche, risalenti già all'XI secolo. Infatti una fortificazione a Gorrino è ricordata già in un documento pontificio del 1014; qualcuno ha avanzato anche l'ipotesi che l'erezione del castello, debba essere ascritta addirittura al secolo precedente. E' abbastanza logico perciò che il marchese Bonifacio del Vasco, e più tardi i marchesi di Cortemilia, abbiano ben presto deciso di costruire sulla collinetta di Gorrino un castello, che più tardi i Del Carretto doppiarono nell'abitato di Pezzolo con una torre integrata, insieme a parecchie altre, nel loro sistema difensivo di tutto il territorio cebano.
Negli archivi sabaudi il feudo di Gorrino, con la parte di Pezzolo, risulta a lungo affidato alla famiglia Del Carretto. Una prima investitura di feudo e giurisdizione agli Scarampi è registrata a Petrino Scarampo del fu Giacomo, il 22 febbraio 1379: questa famiglia rimarrà in possesso del castello fino alla seconda metà del XVI secolo: nel 1569 Antonio Ponzone è definito signore di Gorrino, nel 1581 è citato Galeazzo Ponzone (1541-1627). Il panorama delle investiture è comunque complesso: compaiono altre famiglie, fra cui ancora gli Scarampi, ma anche gli Spinola, gli Asinari, i Ceva. Nel 1624 si registra addirittura la concessione del marchesato di Gorrino a Don Felice di Savoia, ma nel 1633 il tutto è chiaramente affidato a Luigi (Ludovico) Ponzone. E' comunque tra la seconda metà del XVI secolo e la prima metà del XVII che vanno collocati i lavori di trasformazione del castello, precedenti o in parallelo alla decisione di realizzare la nuova parrocchiale di San Pietro: le cornici in pietra alle finestre, di sapore tradocinquecentesco, trovano una possibile collocazione in questo periodo.
Il castello e il feudo di Gorrino passeranno poi per acquisto alla famiglia Reminiac d'Angennes, di origine bretone e insediatasi a Torino alla fine del Seicento, al seguito del marchese di Priero, ambasciatore sabaudo in Francia. Già signori di Villarbasse, sono investiti di Gorrino attraverso la figura di Carlo Eugenio (1709-1775). E' probabilmente in rapporto all'estinzione della famiglia, avvenuta nel 1859 con la morte di Carlo Pietro Eugenio Lodovico, che il castello giungerà alla curia di Alba.
In questo contesto di scarsità documentaria il castello di Gorrino si qualifica quindi sopratutto attraverso la sua mole che fornisce corona all'abitato, impianto fortificato trasformato in residenza in cui sono scomparsi segni visibili di merli e torri, sostituiti dai connotati propri di una residenza: finestre regolari incorniciate dai già citati elementi in pietra, un volume compatto, solo in parte modificato dalla realizzazione della terrazza, un cornicione conclusivo dalla struttura in mattoni e lastre di pietra tipiche delle costruzioni sei-settecentesche del Piemonte sabaudo.
Bibliografia
F. Conti, Castelli del Piemonte, vol. III, Görlich, 1980.
A. Piovano, L. Fogliato, G. Cigna, I Castelli itinerari di poesia, storia, arte nel cuneese di ieri e di oggi, Cavallermaggiore, 1976.
L. Carle, Pezzolo Valle Uzzone, 2003.