Edificio adibito a laboratori e locali di vendita sacri
Nel 1968, la Società San Paolo commissiona l’incarico per la casa delle Pie Discepole del Divin Maestro all’architetto torinese Pompeo Trisciuoglio. Il progetto, oggi manomesso rispetto all’originale, prevede la realizzazione di laboratori oltre ad uno spazio da destinare alla vendita di arredi sacri. Il nuovo organismo, collocato nel centro storico della città prossimo alla Cattedrale, predispone al pian terreno uno spazio di vendita a doppia altezza, indirizzando gli astanti alla scelta degli articoli religiosi. L’illuminazione è filtrata da finestre - diventate “vetrine” attraverso l’atto dell’esporre – contraddistinte da griglie anteposte al serramento di chiusura. Si avvicendano in vario tipo, quadrate o allungate in verticale, per far posto magari ad una piccola statua. Alla zona riservata all’abitare delle Pie Discepole si accede dalla scala che dal pian terreno attraverso la sua forma elicoidale conduce fino al terzo piano dove, su via Vida, si apre un lungo loggiato contrapposto all’opacità volumetrica del piano inferiore. Scandito dai pilastri prolungati nella loro “tracciabilità strutturale”, il loggiato afferma l’ordine del disegno compositivo attraverso la sagoma del muro che si piega, contenuto tra due canaline di gronda, in un piccolo balcone dotato anch’esso di parapetto a griglia perfettamente in asse con l’ingresso. Lì stanno le stanze, non molte, e uno spazio comune per il pasto. E la sacrestia oltre alla cappella in cui la muratura si fa si curva – seguendo un approccio comune a diverse opere di Trisciuoglio - con un taglio preciso, tridimensionale e vetrato ad illuminare l’interno.
Nel rigore dell’impianto volumetrico non è difficile trovare la curvilinea che compare più volte, nella scala al pian terreno come nella superficie della cappella interna, è un abbraccio, non tiene lontani, accoglie. Curvilinea femminile vestita di bianco. Hanno il compito, le Pie Discepole, attraverso il lavoro svolto nel laboratorio - collocato al secondo piano - ti riporre l’attenzione su ciò che si può creare. Qui, chi entra può acquistare articoli religiosi, qui si può essere istruiti al buon gusto. Presso la casa delle Pie Discepole si sarebbero vendute per molti anni le ceramiche, le vesti, i metalli lavorati. Alle soglie di un subbuglio generale, antiborghese, anticlericale.
Pompeo Trisciuoglio (Torino, 1936–Torino, 2009) si laurea nel 1963 presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Assistente presso la Cattedra di Scienze delle Costruzioni e presso la Cattedra di Plastica Ornamentale, si è formato nei cantieri di restauro. Presso la Soprintendenza ai Monumenti del Piemonte, è stato impegnato in operazioni di rilievo e progettazione su alcuni dei più importanti monumenti piemontesi di epoca medioevale e barocca. Si è dedicato al progetto e ai suoi ambiti di applicazione su più fronti, dalla scala urbanistica all’architettura di interni e al design. Nel 1987 ha ricevuto il «Prix Europèen pour la Reconstruction de la Ville» da Les Archives d’Architecture Modern a Bruxelles per l’intervento a Grangesises in Val di Susa. Sue opere sono documentate su pubblicazioni collettive e riviste nazionali e internazionali.
Bibliografia
BARDELLI Pier Giovanni, COPPO Secondino, Alba: lettura della metamorfosi di una città nel nostro secolo, in “Atti e Rassegna Tecnica”, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, n. XXXV-2, Torino 1981, p. 51.